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Il nuovo decreto-legge per la crescita, D.L. 18/10/2012, n. 179, pubblicato sulla G.U. n. 245/2012 e ribattezzato «Decreto Crescita 2.0», introduce una serie di misure volte a proseguire l'azione per la crescita e la competitività del Paese intrapresa dal Governo, iniziata con il primo provvedimento «Salva Italia», D.L. 06/12/2011, n. 201, e proseguito con i successivi provvedimenti sulle liberalizzazioni e le semplificazioni ed il primo decreto sulla crescita, il D.L. 22/06/2012, n. 83.
Gli ambiti prioritari di intervento sono: infrastrutture e servizi digitali, creazione di nuove imprese innovative (startup), strumenti fiscali per agevolare la realizzazione di opere infrastrutturali con capitali privati, attrazione degli investimenti esteri in Italia, interventi di liberalizzazione in particolare in campo assicurativo sulla responsabilità civile auto.
Tra le varie novità, l'introduzione dell'obbligo, a partire dal 01/01/2014, per i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di accettare pagamenti con carta di debito. Inoltre i pagamenti potranno essere effettuati anche tramite tecnologie mobili.
Inoltre viene introdotto l’obbligo per le amministrazioni pubbliche, così come per gli operatori che erogano o gestiscono servizi pubblici, di accettare pagamenti in formato elettronico, a prescindere dall’importo della singola transazione. Le stesse amministrazioni sono tenute a pubblicare nei propri siti istituzionali e nelle richieste di pagamento i codici IBAN identificativi del conto di pagamento.
Viene introdotto un credito di imposta come contributo pubblico alla realizzazione di opere strategiche e di importo superiore a 500 milioni di Euro, che potranno in questo modo raggiungere l’equilibrio finanziario altrimenti non conseguibile.
Il credito potrà arrivare fino al limite massimo del 50% a valere sull’Ires e sull’Irap in relazione alla costruzione e gestione dell’opera. La disposizione è valida fino al 31/12/2015.
In questo modo sarà possibile favorire la realizzazione di un considerevole numero di grandi infrastrutture, senza incidere sulle entrate erariali e per di più stimolando un indotto positivo anche per le entrate pubbliche.
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